domenica 15 gennaio 2012

Arpa Eolia - retrospettiva a Vicenza

Si è conclusa il 7 gennaio 2012, nella stupenda cornice di Palazzo Valmarana Braga a Vicenza, la mostra retrospettiva di Tanino Sedda "Arpa Eoila".
Ecco alcune immagini.






Tanino Sedda, protagonista dell'ultimo novecento

Tanino Sedda è stato un grande protagonista dell'arte del '900, eclettico erede delle avanguardie del dopoguerra italiano,  nella sua ricerca ha saputo sapientemente emanciparsi da esse per percorrere strade ben più inquiete coerente con il suo rifiuto di ogni provincialismo.
Le sue composizioni sono sospensioni metafisiche di piani e volute intersecate da luci e trasparenze che rimandano ad una classicità mai banale, mai fine a sè stessa: ogni soggetto è compiuto in quanto "forma" autonoma unica, ma si pone in dialogo con la successiva e questo non nell'ottica sterile della ricerca di un qualsivoglia linguaggio, bensì nella ricerca dell'essenza stessa dell'arte.
Questo appare evidente in tutta la sua produzione, dalle pitture alle chine, dalle sculture lignee alle composizioni in metallo e maggiormente nelle opere dell'ultimo periodo, quelle in cui il linguaggio si fa più maturo.

Tanino Sedda


La pittura, le sue composizioni avrebbero certamente ispirato uno dei tanti sogni di Andrè Breton. Rilke in Lettere a un giovane poeta scriveva: "le opere d'arte sono di un infinita solitudine. Niente di peggio che la critica per annunciarle. Solo l'amore può afferrarle, tenerle e giudicarle correttamente". Posso dire che per Tanino Sedda ciò sia doppiamente vero: vero per il concettuale, i cui quadri o le sculture dell'ultimo periodo non sempre offrono una semplicità di lettura, per cui è necessario lasciarsi andare, farsi sedurre dal grande vento dell'estetica, abbandonarsi alle immagini vertiginose, a volte amorose. Vero altrettanto per l'uomo, innamorato dell'amore, come amo definirlo io, la sua arte è un tutt'uno con la vita, e la vita per Tanino Sedda non è altro che amore, per l'arte lnnanzitutto, fedeltà agli amici e, ancora, nostalgia per la sua infanzia e per la sua terra, sospesa tra l'isola e il continente. La nostalgia per Sedda non è che il desiderio di incontrare il mondo, di poterlo vedere, di aderire a qualcosa, di appartenere all'istante. La nostalgia è un desiderio inappagabile perchè l'incontro è impossibile, l'aderire utopistico e l'appartenere fisiologicamente negato all'umano. Tuttavia il mondo a volte si lascia vedere come dice l'amico Umberto Fiori in forma di figura e in essa la nostalgia traspare. Sedda appartiene alle sue immagini, in cui forse è nascosta quell'unica, fragile possibilità di contatto che la nostra estraneità costituzionale può concederci.
 His painting, his compositions would surely have inspired one of the many dreams of Andrè Breton. Rilke in Letters to a young poet wrote: "The works of art are infinite solitude. Nothing worse than critics for announcing them. Only love can grasp them, take them and judge them correctly". I can say that for Tanino Sedda that is doubly true: true for the conceptual artist, whose pictures or sculptures of the last period aren't always easy to be read, for which it is necessary to let go, to become seduced by the great wind of the aesthetics, to give up to the breathtaking images, sometimes amorous. The same can be said about the man, in love with love - as i love to define - his art is joined with his life, and life for Tanino Sedda is not other than love, for art first, fidelity to the friends and, still, nostalgia for his childhood and his homeland, suspended between the island and the continent. Homesickness for Sedda is the desire to meet the world, to can see it, to join to something, to belong to the moment. Homesickness is an unsatisfiable desire because the encounter is impossible, the joining is utopian and belonging is physiologically denied to the human being. However - as Umberto Fiori, a friend of mine, says - the world sometimes can be seen in the form of a picture and its homesickness traspares in it. Sedda belongs to his images, which maybe hide the only fragile possibility of contact that our constitutional extraneity can ever give.
(Franco Resca)